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Il CRAS della Riserva Lago di Vico

    Il CRAS - Centro Recupero Animali Selvatici - è attivo sin dal 1983, l'anno successivo all'istituzione dell'area protetta, tra i primi nella nostra regione. In trent'anni è divenuto un punto di riferimento essenziale per gli enti pubblici (Corpo Forestale dello Stato, Provincia di Viterbo, enti di protezione ambientale e aree protette del Lazio) e per i privati: vi giungono animali feriti, giovani uccelli non ancora in grado di volare, cuccioli di mammifero o esemplari sequestrati dalle Forze dell'Ordine per detenzione illegale.
    All'interno della struttura vengono effettuati interventi di primo soccorso e chirurgici da parte del personale veterinario; una serie di voliere protette ospita i “pazienti” del Centro fino a quando hanno recuperato le forze e sono pronti a tornare in libertà. Un apposito “tunnel di volo” consente la riabilitazione al volo prima del rilascio.
    I CRAS hanno ragione di esistere non solo per il recupero ed il rilascio della fauna selvatica, quando possibile, ma anche per il ruolo educativo e di formazione rivolto soprattutto ai giovani, che non si limiti alla sola acquisizione di nozioni naturalistiche, ma che promuova e diffonda un'etica ambientale.
    I CRAS sono un prezioso serbatoio di informazioni faunistiche che possono confluire in una banca dati sulla presenza/assenza di specie, a volte rare, su tutto il territorio nazionale. Essi rappresentano inoltre una risposta pronta di soccorso per quei cittadini che si imbattono in animali selvatici feriti o in difficoltà, ed anche un dovuto risarcimento sia etico che morale a tutti gli animali che, per cause legate alle attività umane quali ad esempio inquinamento, incidenti stradali, elettrocuzione (folgorazione), bracconaggio, urto con pale eoliche e molto altro, muoiono o soffrono per causa nostra.
    Infine, la conservazione di specie presenti nella nostra regione considerate in pericolo, è un impegno che il CRAS della Riserva del Lago di Vico considera prioritario e per il quale ci stiamo attivando con progetti di riproduzione in cattività e successivo rilascio in natura.

    Le strutture di degenza non sono aperte al pubblico: l'arrivo di visitatori spesso rappresenta un vero trauma per gli animali "ricoverati".

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