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3 Febbraio 2017

La chiesa di San Nicola all'Antisà

Storie del passato di Mazzano Romano

Non si hanno notizie certe sulla data di edificazione dell’antica chiesa che sorgeva nella piazzetta dell’Antisà, nel centro storico di Mazzano Romano. Sullo sfondo della piazza tre pareti con degli archi e un finestrone sulla valle ci ricordano che in quel luogo fino al 1940 c’era una chiesa, l’antica chiesa del paese dedicata a San Nicola, di cui oggi rimane appunto solo il coro. Nel 1933 durante un violento temporale ricordato anche nei paesi vicini, un fulmine colpisce il campanile alto 25 metri a destra della facciata danneggiandone una parte, che abbattendosi sul tetto della chiesa lo danneggia gravemente, e nel novembre del 1940, a causa del rischio di crollo, il Genio Civile per ordine della Regia Prefettura è purtroppo costretto a demolire la chiesa.

Di una chiesa di San Nicola (e di San Benedetto) del castello di Mazzano, si parla per la prima volta in una bolla d’Innocenzo IV del 6 luglio 1249, poi riconfermata il 15 luglio 1299 da Bonifacio VIII, che elenca i beni del monastero di San Gregorio al Celio. La chiesa, però, doveva essere in uso perlomeno da un secolo e mezzo prima, perché su una campana, in seguito rifusa, era riportata l’iscrizione “F.A.D. MCVII”. Nel 1563 fu ricostruita una facciata dorica sul disegno attribuito a Jacopo Barozzi, meglio conosciuto come il Vignola, che in quel periodo lavorava anche al Palazzo Farnese a Caprarola e alla chiesa di San Lorenzo a Sant’Oreste.

La chiesa di San Nicola era a forma di croce latina o TAU, ad una sola navata, con sette altari, quattro laterali due per lato su altrettante pseudo navate, e tre nell’abside, costituito in realtà da un transetto. Questa particolare disposizione e l’assenza di un abside vero e proprio confermano l’ipotesi che il lato dove si ergeva l’altare principale fosse in passato la parete laterale della chiesa più antica. Per T.W. Potter, l’archeologo che ha eseguito degli scavi nel 1971, infatti la chiesa crollata fu costruita sulle fondamenta di un’altra precedentemente edificata.

Il ricco apparato liturgico appartenuto alla chiesa costituisce oggi, anche grazie al contributo economico del Parco, un piccolo e grazioso museo parrocchiale che custodisce, tra i preziosi oggetti, il trittico del XVI secolo, attribuito a Girolamo Siciolante detto il Sermoneta, raffigurante il Salvatore benedicente nella pala centrale e, ai lati, San Nicola di Bari e Benedetto. Sono purtroppo andati perduti due dipinti dello stesso periodo attribuiti alla scuola di Raffaello: la Decollazione di San Giovanni e il Cenacolo.

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