Uomo e territorio
A lungo la Selva del Lamone è stata considerata un luogo tra i più impenetrabili. La sua inospitalità è già ben descritta da Annibal Caro che nel 1537 scriveva: "Entrammo poi in una foresta tale, che ci smarrimmo; tempo fu ch'io credetti di non aver mai più a capire in paese abitato, trovandone rinchiusi e aggirati per lochi dove l'altrolabio e 'l quadrante vostro non avrebbero calcolato l'sito de' burroni e gli abissi de' catrafossi in che ci eravamo ridotti".
Oggi la Selva resta un luogo difficile da esplorare, ma è pur sempre percorsa da una serie di strade sterrate, che si sviluppano per circa 50 km e sono percorribili anche con l'automobile. Più complessa e lunga è la rete dei sentieri, alcuni dei quali sono stati destinati a uso turistico.
Storia del territorio
La prima frequentazione dell'uomo, documentata dal ritrovamento di resti di fori di palificazione e frammenti di vasi ceramici, è riferibile alla fine dell'età del Bronzo (XII-X sec. a.C.). Il nome "Farnese" compare per la prima volta in documenti del 1210, ed è poco dopo che la storia del paese si lega a quella dell'omonima nobile famiglia – da cui provengono protagonisti come papa Paolo III o i duchi di Castro - con un ruolo di primo piano nelle vicende storiche dell'Italia centrale dal Medioevo fino al '700.