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Quadro dell'incendio di Camerata Vecchia

    Era il 9 gennaio del 1859.
    Quello che si racconta è che verso le 2 del pomeriggio dal camino della casa di Simone Pelosi, abitata in quel periodo dalla famiglia di Antonio Galeri, uscirono alcune scintille di fuoco. Trasportate da un forte vento che soffiava da Cappadocia, esse raggiunsero il tetto in legno delle abitazioni vicine, provocando i primi focolai dell'incendio.

    In poco tempo il fuoco, spinto dal forte vento, si propagò per i paese, ed a poco valsero i tentativi degli abitanti di Camerata e dei Militari della locale gendarmeria di domare le fiamme.
    Come si vede dalle foto nella sezione "percorsi virtuali" del sito, l'acqua a Camerata Vecchia proveniva da quella piovana, e veniva conservata in cisterne in pietra presenti sotto le case; possiamo quindi immaginare la difficoltà ad utilizzare l'acqua per spengere le fiamme. Il bilancio della tragedia fu di 6 morti e molti feriti, ma la cosa peggiore fu la distruzione del paese. Molti trovarono rifugio presso la chiesa della Madonna delle Grazie, la quale trovandosi alcune centinaia di metri fuori il paese fu salvata dalla rovina; per molto tempo questa chiesa fu l'unico tetto per molti Cammoratani.
    Questa è la storia "ufficiale" che tra l'altro vogliamo approfondire; un'altra storia che si racconta è legata alla politica "internazionale" dell'epoca. Questi posti sono stati, durante il periodo del regno temporale della chiesa di Roma, territori di confine con tutti i problemi connessi.
    Vicino c'era il Regno delle due Sicilie e si era agli albori della proclamazione del il regno d'Italia (1860); si racconta che sicari dei borboni organizzarono l'incendio contro il papato per motivi che ora ci sfuggono.
    L'impegno che stiamo prendendo e' quello di raccogliere e pubblicare nel sito le testimonianze ed i documenti in merito.

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