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Castello di Fogliano

    Da Calcata si segue la strada che porta a Faleria e in località Montorso si prende a sinistra per un'ampia sterrata. Parcheggiata l'auto, si prosegue a piedi tra macchie di ceduo e radure tenendosi sulla destra ed entrando nel fitto bosco di cerri, roverelle e farnie. Più a valle, invece, alle querce si sostituiranno i salici, gli alti pioppi, gli ornielli. A circa un'ora e un quarto dalla partenza si giunge in vista di una piccola altura, sulla sommità della quale sorgono le rovine. Non rimane molto dell'antico maniero: giusto una torre, alcune grotte sottostanti, brandelli di mura perimetrali e, soprattutto, una splendida posizione panoramica. Un tempo presidio prezioso per sorvegliare buona parte della vallata, il castello è infatti un balcone naturale sulle gole del fiume. Appartenuto agli Anguillara, ai Frangipane e quindi nuovamente agli Anguillara, s'ipotizza che sorga su un precedente insediamento etrusco. Non lontano dai ruderi del Castello di Fogliano sorgono altre rovine, quelle di Castel Paterno. Menzionato nei documenti storici come Paternum, è uno dei castelli più illustri a nord di Roma poiché nel gennaio del 1002 ospitò ammalato e morente nientemeno che l'imperatore Ottone III. Oggi quel che ne resta – il maniero già nel Cinquecento viene descritto in rovina – occupa l'estremità di un'altura stretta fra due fossi, quello della Mola e quello di Stabia, alla loro confluenza nel Treja.

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