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L'intreccio della stramma

    Nel territorio del parco dei Monti Aurunci, seppure a rischio di estinzione al pari di specie animali e vegetali, è ancora presente una particolare pratica artigianale e cioè la lavorazione dello strame o stramma. Si tratta in realtà dell' Ampelodesmos mauritanicus, una graminacea assai diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo ed alta anche più di un metro. In passato era frequentemente utilizzata per la realizzazione di stuoie, sporte, scope. Oggi a perpetuare la tradizione sugli Aurunci (fino a qualche decennio fa verso Fondi c'era persino una fabbrica di materassi di strame) vi sono pochissimi artigiani. La raccolta avviene a mano e dopo una prima scelta (scrollatura) si lasciano seccare le spighe sul terreno per una decina di giorni. Battuta quindi con un mazzuolo di legno per ammorbidirla, la pianta è pronta per essere lavorata e, bagnandola in precedenza, si utilizza quindi per tessere una striscia di 5-10 cm (iettola) con cui si realizza tutto, dai cesti alle borse.

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