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13 Novembre 2018

Gli ALBERI: esseri viventi con specifiche esigenze, trattiamoli come meritano!

I tecnici naturalisti del Parco hanno visitato il bosco del Cerquone, nei giorni successivi ai fortissimi venti che hanno spazzato anche i Colli Albani. A dispetto di quanto accaduto a molti degli alberi isolati presenti nei parchi pubblici, nei giardini privati o lungo i filari stradali, spesso danneggiati o abbattuti, nel bosco del Cerquone si è accertata una condizione decisamente migliore, caratterizzata da piante in buono stato vegetativo che hanno perduto solamente alcuni rami minori, tra quelli deperienti o già secchi.

Il bosco del Cerquone è composto da individui arborei disetanei, spesso secolari, di specie autoctone, cioè originarie del luogo e non introdotte dall’uomo per ragioni di ordine ornamentale o produttivo o anche solo inconsapevolmente. Il suolo non è reso impermeabile da cemento e asfalto e non esistono potature. Si autoalimenta e si autogestisce, come tutte le foreste naturali del Pianeta. Queste sono le principali motivazioni per le quali i danneggiamenti sono stati limitati, soprattutto i crolli. Qui, gli alberi sono liberi di crescere secondo le proprie esigenze, equilibrandosi nello spazio e senza vincoli innaturali, sottoposti solamente agli attacchi fungini o a quelli provenienti da altri organismi (insetti e batteri), rispetto ai quali sono resistenti in un certo grado in quanto coevoluti lungamente.

Gli alberi che vegetano nelle nostre città e nei nostri paesi, al contrario, sono spesso appartenenti a specie esotiche per il centro Italia (ad esempio: palme, platani, magnolie, Cedrus, abeti rossi, aceri americani, ippocastani, ailanti, robinie), vivono in condizioni innaturali, sottoposti a potature scriteriate che ne danneggiano gli organi e ne alterano il normale sviluppo, con radici soffocate e spesso inopportunamente tagliate, pienamente esposti ai venti dominanti in quanto isolati e non in associazione con altri alberi insieme ai quali creerebbero una barriera comune di protezione, accentuando anche la propria resistenza. Frequentemente, inoltre, sono vittime di parassiti esotici o di patologie da inquinamento, nei confronti delle quali non hanno sviluppato alcuna difesa. Sovente, si piantano alberi in situazioni totalmente contrarie alle loro esigenze ecologiche: specie termofile in luoghi freddi, specie bisognose di un apporto idrico costante e abbondante in luoghi aridi e viceversa, specie sempreverdi a quote eccessive (aumentando così la possibilità di schianti per forte vento e per l’eccessivo carico di neve). Così, si gettano le basi per individui arborei fragili e intrinsecamente pericolosi. Nulla di eccezionale, dunque, se, in occasioni di eventi meteorologici di anomala intensità, a cadere siano proprio gli alberi situati nei luoghi più urbanizzati e, dunque, nelle condizioni più a rischio per l’incolumità delle persone.

Per questi motivi, l’Ente Parco prescrive, in occasione del rilascio dei nulla osta per abbattimento di alberi catalogati in classe D (è quella nella quale ricadono gli alberi che manifestano una estrema propensione al cedimento e sono certificati da un tecnico abilitato secondo la vigente prassi), la sostituzione con specie autoctone che siano, inoltre, curate secondo le buone pratiche agronomiche. Per gli stessi motivi, l’Ente Parco auspica che le Amministrazioni Comunali siano sempre attente alle operazioni di piantumazione di alberature pubbliche (scegliendo specie tipiche dei Colli Albani e condizioni di impianto idonee per suolo, esposizione e spazio a disposizione) e di eventuale potatura, evitando di intervenire in periodi inadatti (primavera ed estate) o di indebolire la pianta con tagli superflui che generano solamente squilibri statici e attacchi fitopatologici.

Ogni organismo vivente possiede, quando risiede nei luoghi nei quali la specie alla quale appartiene si è formata ed evoluta durante milioni di anni, intrinseche condizioni di equilibrio e di auto-sostentamento; sta a noi evitare di turbare queste condizioni.

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