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12 Marzo 2019

Allerta peste suina africana

La peste suina africana (PSA), malattia non trasmissibile all’uomo, lasciati i confini dell’Africa continua a diffondersi nell’Europa dell’Est e Sardegna minacciando seriamente paesi che finora ne erano indenni.
È una malattia molto contagiosa e mortale per il suino domestico e il cinghiale che si presenta con sintomi clinici simili a quelli della peste suina classica e per distinguere l’una dall’altra occorre una diagnosi di laboratorio. I sintomi tipici includono febbre, perdita di appetito, debolezza, aborti spontanei, emorragie interne con emorragie evidenti su orecchie e fianchi. Può verificarsi anche la morte improvvisa. I ceppi più aggressivi del virus sono generalmente letali (il decesso avviene entro 10 giorni dall’insorgenza dei primi sintomi). Gli animali infettati da ceppi meno aggressivi del virus della peste suina africana possono non mostrare i tipici segni clinici.
Poiché quindi la malattia non è trasmissibile all’uomo l’allarme lanciato nei confronti di questa condizione è relativo unicamente agli animali e di conseguenza ai danni economici che ne derivano, considerato l’altissimo rischio di morte che comporta.
La maggior parte dei focolai si sono verificati in piccole fattorie e in un arco di tempo relativamente breve. La malattia si sta ancora diffondendo a livello locale tra i cinghiali selvatici, dove contenerla è più difficile
Maiali e cinghiali sani di solito vengono infettati tramite:
• Contatto con animali infetti, compreso il contatto tra suini che pascolano all’aperto e cinghiali selvatici;
• Ingestione di carni o prodotti a base di carne di animali infetti: scarti di cucina, broda a base di rifiuti alimentari e carne di cinghiale selvatico infetta (comprese le frattaglie);
• Contatto con qualsiasi oggetto contaminato dal virus, come abbigliamento, veicoli e altre attrezzature;
• Morsi di zecche infette.
La circolazione di animali infetti, i prodotti a base di carne di maiale contaminata e lo smaltimento illegale di carcasse sono le modalità più rilevanti di diffusione della malattia.
La Regione Lazio, su indirizzo del Ministero della Salute, ha attivato un piano di sorveglianza passiva sui cinghiali selvatici secondo il quale è opportuno sottoporre a test per PSA tutte le carcasse di cinghiale rinvenute nei boschi o nei parchi, in esito a incidenti stradali, nonché in occasione di abbattimenti di animali poco o scarsamente reattivi. Secondo le indicazioni del Ministero è il Veterinario Ufficiale competente per territorio ad effettuare il sopralluogo e il prelievo dei campioni/carcassa; in particolari condizioni ambientali o per motivi contingenti, il Servizio Veterinario può delegare l’esecuzione del sopralluogo e l’eventuale prelievo della carcassa/campioni a un veterinario che operi in un area protetta o in un parco oppure ad un veterinario libero professionista o, in ultima analisi, ad altri operatoti qualificati ( es. carabinieri forestali, guardiacaccia, cacciatori…).
Pertanto, si raccomanda vivamente di non toccare le carcasse rinvenute, di mantenersi a debita distanza e allertare i servizi veterinari di zona, i quali preleveranno i campioni per le analisi e provvederanno alla rimozione della carcassa.


Di seguito vengono indicati i numeri di telefono ai quali rivolgersi:
0774 3589.002-005-010-014 per il Distretto di Guidonia (Marcellina, Monteflavio, Montorio romano, Moricone, Palombara Sabina);
0774 3589016 per il Distretto di Tivoli (San Polo dei Cavalieri, Vicovaro, Licenza, Roccagiovine, Percile);
0746 2781 per Rieti (Scandriglia, Poggio Moiano, Orvinio)

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