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10 Maggio 2018

I Cerambicidi di Monte Rufeno

I coleotteri cerambicidi sono denominati anche longicorni per via della loro caratteristica più appariscente, cioè quella di possedere delle antenne molto lunghe, spesso più lunghe dell’intero corpo. Essi appartengono al vasto gruppo dei coleotteri xilofagi e saproxilofagi, che si nutrono di legno, sia di quello di alberi e arbusti viventi, sia di quello secco e in vari stadi di decomposizione. Questi insetti sono considerati bioindicatori degli ecosistemi forestali; in un complesso forestale l’abbondanza di specie appartenenti a questa famiglia di coleotteri e soprattutto la presenza di particolari di esse, indica un buon livello di conservazione e di biodiversità. Uno specifico studio effettuato alcuni anni fa nella Riserva di Monte Rufeno ha evidenziato la presenza di 75 diverse specie di cerambicidi, esse rappresentano circa un terzo delle specie della fauna Italiana e la metà di quelle presenti nella Regione Lazio. Alcune di esse risultano essere rare o molto localizzate nel territorio italiano o relegate agli ambienti prettamente appenninici. A distanza di alcuni anni, ulteriori approfondimenti hanno portato al rinvenimento di altre 5 specie di Cerambicidi, per un totale di 80 unità; all’elenco faunistico della pubblicazione allegata si aggiungono: Oberea oculata (Linnaeus, 1758); Pedostrangalia revestita Linneo, 1767; Anaglyptus gibbosus Fabricius, 1787; Saperda similis Laicharting, 1784; Aegomorphus clavipes Schrank, 1781. Di particolare rilevo è la presenza di O. oculata e S. similis; rinvenute su Salix caprea, trattasi di specie poco frequenti e per lo più relegate in ambienti montani.

Matteo Faggi

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