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6 Aprile 2020

Alla conquista degli spazi perduti

In questo periodo in cui il ritmo frenetico della vita quotidiana è rallentato, piazze, strade, parchi e vicoli deserti sono diventati piuttosto apprezzati dalla fauna selvatica e vediamo continuamente esemplari di diverse specie, avventurarsi in luoghi prima impensabili perché eccessivamente trafficati.

Le nostre abitudini di vita a causa dell’emergenza Coronavirus sono cambiate e la natura ne sta giovando. Con la diminuzione dello smog, l’aria pulita e un ambiente più salubre, la fauna selvatica ne approfitta e riconquista la libertà perduta insieme ai propri spazi solitamente invasi dall’uomo. Lepri nei parchi, delfini e cigni che si riappropriano delle acque, tartarughe indisturbate sulle spiagge, anatre che fanno il bagno nelle fontane di Roma, Germani reali che passeggiano indisturbati nei pressi dei laghi. Uno spettacolo sorprendente che dimostra come la natura riesca ad adattarsi velocemente ai cambiamenti, quegli stessi cambiamenti che l’uomo le ha imposto spingendosi spesso oltre, per andare ad occupare attraverso una forte antropizzazione e un’edificazione spesso irresponsabile, gli spazi che le spettavano di diritto, costringendola ad una convivenza non sempre facile e priva di rischi per entrambi.

Cosa sta accadendo ce lo spiega in un’intervista un esperto dell’ISPRA, ma in questo momento in cui si sono invertiti i ruoli ed è l’uomo costretto a rifugiarsi dentro casa, ciò che si sta verificando fuori dovrebbe invitare alla riflessione e a comprendere quanto sia importante rispettare gli animali e quanto comportamenti superficiali o anche incivili, come l’abbandono indiscriminato di rifiuti, la distruzione degli habitat e tutte quelle attività che danneggiano le risorse naturali, possano essere estremamente pericolose, non solo per l’ambiente ma in primis per la salute umana. 

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