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Varco Sabino

    Comune montano in provincia di Rieti, Varco Sabino conta circa duecentosessanta abitanti (detti "varcolani"). La prima parte del nome si riferisce ad una caratteristica geografica del luogo derivando da "varco", con il significato di valico tra due montagne. Il nome deriva dal fatto che nel medioevo, quando vi era solo una piccola chiesa rurale, vi si transitava attraverso una sorta di "valico" per passare dalla zona del Salto – Cicolano alla valle del Turano e alla Sabina.

    L'origine dell'insediamento risale alla metà del '400 quando la popolazione del borgo di Mirandella, scampata ad un violento terremoto, vide nella ripida balza rocciosa del valico un sicuro e agevole riparo alla furia degli elementi. I profughi non vollero però abbandonare del tutto le terre di provenienza e vi continuarono a portare le greggi al pascolo e ad utilizzarne il legname. Ciò diede luogo ad un'interminabile contesa con la comunità di Ascrea, nel cui territorio ricadeva Mirandella, che venne risolta solo alla fine del '700 (da cui il nome leggendario di "lite dei tre secoli") con il riconoscimento dei diritti di "pascolo e legnatico" per gli abitanti di Varco.

    Nel nucleo storico, in Via Roma 35, hanno sede gli uffici della Riserva Naturale. Dall'abitato un ripido sentiero panoramico sale ad una grotta in cui è stata ricavata una chiesetta rupestre dedicata a S. Michele Arcangelo, patrono del paese.

    Tra le sue frazioni v'è Poggio Vittiano, ai cui piedi ci troviamo. Da Varco Sabino parte un percorso a piedi che raggiunge la vetta del Navegna, a quota 1508 metri, nel cuore della Riserva Naturale dei Monti Navegna e Cervia.

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